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biografia(III parte)
Eh sì, sembra che Balthus non volesse dire niente di più di ciò che lo spettatore vedeva......
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...Dopo varie traversie, Balthus, decide di iniziare a dipingere senza avere però trovato......
biografia (I parte)
Balthasar Klossowski de Rola nacque nel 1908 in una Parigi nel pieno della sua effervescenza artisti...

Immagini

Giovane Balhus
Giovane Blathus...
Balthus e la moglie
Balthus e la moglie...

Opere significative

La Phalène
caseina e tempera su tela (caséine et tempera) cm. 162 x 130...
Les Poissons rouges
olio su tela (huile sur toile) cm. 62,5 x 55,9 ...
La Chambre
olio su tela (huile sur toile) cm. 190 x 160,5...
L'artista e la sua modella
img: 8.25 x 8.25 paper: NA x NA ...


Balthus secondo Jean Clair ( parte I)

Intervista a Jean Clair


A pochi giorni dalla scomparsa di Balthus, il pittore francese di origine polacca, uno dei grandi del nostro secolo, Jean Clair, direttore del Museo Picasso di Parigi, ha presentato in anteprima ai microfoni dell'Arcimboldo i criteri della grande rassegna che si aprira' il 9 settembre prossimo a Venezia, che si annuncia come l'occasione per un autentico bilancio dell'opera del maestro. Saranno presenti i piu' importanti capolavori dell'artista, dal quadro La rue dei primi anni Trenta, che lo rese celebre, ai vari ritratti di fillettes, oltre ai disegni della stagione romana, quando per un quindicennio Balthus fu direttore dell'Accademia di Francia, dove nel 1990 fu organizzata un'altra sua importante esposizione. Sollecitato da Mirella Fulvi sulla maggiore responsabilita', a questo punto, nel realizzare la mostra, Jean Clair ha affermato di voler evitare una lettura univoca e semplificante dell'artista: "l'unico modo di essere fedeli al suo spirito e' di conservare un po' di mistero, di segreto, intorno a lui, di non rivelare tutto in piena luce, e di mantenere un po' di intimacy sui suoi quadri".

L' I N T E R V I S T A:

Mirella Fulvi: La più grande mostra di Balthus aprira’ a Palazzo Grassi a Venezia dal nove settembre prossimo: ci stava già lavorando Balthasar Klossowski de Rola, questo il vero nome, a quella che considerava la sua celebrazione di artista, ma è morto prima, sia pure ad un’età naturale - novantatré anni -; aveva fatto e avuto tutto dalla vita, per esempio era stato esposto al Louvre: un’eccezione. Ci stava già lavorando, insieme al curatore di quella che si annuncia come un’esposizione storica: Jean Clair, studioso francese, direttore del museo Picasso e, in qualche modo, feroce critico dell’arte contemporanea, ma da sempre amico e sostenitore di Balthus. Questa esposizione veneziana avrebbe dovuto essere il primo vero bilancio della sua vita, la storia di un artista a cui erano state già dedicate rassegne importanti come il Beaubourg, oppure quella dell’Accademia di Francia a Roma, di cui Balthus fu Direttore per diciassette anni dal 1961. Dunque, Jean Clair,, ora che il maestro non c’è più, lei crede che cambieranno i criteri di questa rassegna?


Jean Clair: No, al contrario, ma prima di tutto vorrei fare alcune precisazioni. Nella mostra di Palazzo Grassi ci saranno quasi 300 opere, questo vuol dire che la mostra sarà ancora più importante del previsto. Balthus non fu mai esposto al Louvre, la sua prima grande mostra a Parigi fu al Museo des Arts Decoratives; successivamente ebbe dei riconoscimenti ufficiali di alto livello come la sua nomina all’Accademia di Francia di Roma; per finire io non sono nemico dell’arte contemporanea ma sono nemico di certi aspetti dell’arte contemporanea; al contrario sono un amico molto attento di vari artisti contemporanei come Lucien Freud o Guccione.


F. Jean Clair., lei scelse proprio un quadro di Balthus per la copertina di “Critica alla modernità”, che fu definito un feroce pamphlet, in cui accomuna Balthus, un artista che lei ha amato molto, a Bonnard, Morandi e Giacometti. Lei considerò subito Balthus un amante dei classici, lo definì un antico pittore, fin dal primo dipinto ufficiale importante di Balthus, quello che oggi si trova al Moma di New York, l’olio del 1933, “La Rue”.
J.C.: Si’, ovviamente le sorgenti sono i pittori che Balthus amo’; i riferimenti sono nella pittura italiana, toscana, i senesi, Piero della Francesca, Masaccio; quando lui aveva sedici anni è andato ad Arezzo a fare delle copie del passato, le copie degli affreschi di Arezzo, era veramente questa la sua formazione, alla quale si dovrebbe forse aggiungere l’influenza dei movimenti italiani contemporanei, quando Balthus era adolescente, che vuol dire i Valori Plastici, i manichini... per esempio, l’idea dei manichini, deriva da De Chirico, dalla pittura metafisica. E poi c’e’ l’influenza dell’espressionismo tedesco, lui era nato a Berlino, suo padre era un pittore berlinese e tutta questa influenza europea e tedesca non può essere cancellata e dà alla sua opera una specie di ‘Unheimlichkeit’, una sensazione di estraneità molto forte, molto importante, che non può ridurre la pittura di Balthus semplicemente ad una specie di neo-revival del classicismo. È una cosa un po’ più difficile.

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