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Eh sì, sembra che Balthus non volesse dire niente di più di ciò che lo spettatore vedeva......
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...Dopo varie traversie, Balthus, decide di iniziare a dipingere senza avere però trovato......
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Balthasar Klossowski de Rola nacque nel 1908 in una Parigi nel pieno della sua effervescenza artisti...

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Giovane Balhus
Giovane Blathus...
Balthus e la moglie
Balthus e la moglie...

Opere significative

La Phalène
caseina e tempera su tela (caséine et tempera) cm. 162 x 130...
Les Poissons rouges
olio su tela (huile sur toile) cm. 62,5 x 55,9 ...
La Chambre
olio su tela (huile sur toile) cm. 190 x 160,5...
L'artista e la sua modella
img: 8.25 x 8.25 paper: NA x NA ...


Balthus secondo Jean Clair ( parte II)

Intervista a Jean Clair


M.F. A parte ‘ La Chambre’ della Collezione Agnelli, lei parlava di manichini la cui ambiguità misteriosa ci sembra che rappresenti bene l’artista: quali saranno i ritratti oppure le celebri varie versioni del gatto Mitsou, da lui così amato, che vedremo nella mostra di Palazzo Grassi? quali le opere che desteranno più interesse e da dove verranno in particolare?

J.C.: Abbiamo quasi tutti i capolavori di Balthus, spero “La Camera”, anche “La rue”del Moma di New York, anche “Le passage du Commerce Saint-Andre’” del 52, quando lui partì da Parigi per andare a vivere in Borgogna: è un quadro che non è stato visto da 25 anni, che poi è il suo capolavoro, un grande quadro di 5 metri per 3 metri, è veramente un capolavoro incredibile.

M.F. Ed il famoso ritratto di André Derain?

J.C.: No, questo non è possibile perché è un quadro su legno, quindi intrasportabile. Però abbiamo il ritratto di Mirò, un altro capolavoro, e anche due o tre ritratti poco conosciuti perché mai visti, quello di Pierre Matisse, il suo mercante di New York che si era visto per la prima volta, anche altri ritratti, ad esempio quello di Renato Guttuso.

M.F. Ci saranno i famosi disegni di Balthus in Italia, a Roma, a Monte Calvello…

J.C.: Sì, tutto questo periodo sarà molto ben illustrato, ovviamente anche come omaggio all’Italia, l’ultimo omaggio all’Italia prima che morisse.

M.F. Balthus ha attraversato tutte le correnti per affermare un suo stile unico e sembra essere passato indenne attravverso le avanguardie; questa mostra che naturalmente si annuncia, come lei diceva, ricca di prestiti e opere mai esposte prima riuscirà a tracciare un’immagine piu’ autentica di questo artista così tenace?

J.C.: Almeno un’immagine più difficile di questa immagine un po’ troppo semplice di un artista controcorrente, classicista: perché lui ha attraversato le avanguardie, come dicevo prima, guardando le innovazioni sia dell’avanguardia tedesca che italiana. Anche lui era molto amico, ad esempio, di Picasso che fu il primo ad acquistare un quadro di Balthus, che sarà ovviamente esposto nela mostra veneziana. Tutte queste relazioni con gli artisti del suo tempo, anche negli anni ‘50 con Lucien Freud quando Freud era a Parigi, fanno di Balthus un personaggio molto più complesso rispetto ad un’immagine troppo semplice, troppo elementare, anche perché lui non voleva dire niente della sua vita, delle sue amicizie, delle sue influenze.

M.F. Antonin Artaud, che aveva molto amato Balthus, aveva definito la sua pittura sismica. Lei è d’accordo?

J.C.: Sì, totalmente d’accordo. Artaud aveva visto a colpo d’occhio che la cosiddetta semplicità classica di Balthus ovviamente era una maschera su delle pulsioni, su dei movimenti interni dell’anima, molto più oscuri, inquietanti, in un certo modo demoniaci nel senso di Goethe, del demone di Goethe... ovviamente e’ la parte più interessante dell’opera di Balthus, che non è un revival classico ma è una cosa molto più complessa.

M.F. Infine, Jean Clair, tutti i criteri con cui impostare questa mostra erano già stati discussi e approfonditi con Balthus; vorrei chiederle se lei oggi si sente maggiormente responsabile, visto che lui non c’è più, rispetto a questo lavoro che deve rappresentare per la prima volta un’immagine cosi totale vista anche ormai la lunga vita di Balthus.

J.C.: La verità è che quasi tutti i testimoni della sua creazione specialmente dell’inizio degli anni ’30 adesso sono spariti. L’unico modo di restare fedele al suo spirito è forse di lasciare un po’ di mistero, di segreto intorno a lui, non rivelare tutto in piena luce, mantenere una sorta di intimacy intorno ai suoi quadri.

M.F.: E questa sarà una dedica molto personale di Jean Clair a Balthus, un amico caro ma non solo.

J.C.: Spero di essere molto oggettivo, di dare una chiave di lettura in modo tale da dare un’impressione di questa complessità, di questa importanza, però, allo stesso momento, di non sbandierare, di conservare uno spazio di silenzio intorno a lui.

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